I nostri coraggiosi Alpini in un film per Rai Cinema
Nel gelido deserto di neve, una distesa bianca di oltre 200 km, con temperature che sfioravano i 40 gradi sotto zero, si svolgeva il terribile percorso che i nostri coraggiosi Alpini furono costretti ad affrontare nel loro ritorno dalla fallimentare e tragica spedizione in Russia durante la Seconda Guerra Mondiale. Questa clamorosa disfatta, che ha portato alla morte di decine di migliaia di italiani, viene raccontata nel film intitolato “La Seconda Via“.
Scritto e diretto da Alessandro Garilli, questo lungometraggio emozionante è approdato nelle sale cinematografiche il 26 gennaio 2023, in occasione dell’ottantesimo anniversario della ritirata di Russia e della Prima Giornata Nazionale della Memoria e del Sacrificio Alpino. La pellicola, che vede la partecipazione straordinaria di Neri Marcoré, è ambientata sul fronte russo nel gennaio 1943.
La Seconda Via segue la disperata fuga degli ultimi sei sopravvissuti della Compagnia 604, un gruppo di Alpini esperti in montagna e ambienti a basse temperature, che si trovano ad affrontare un’impresa molto più grande di loro stessi. La loro lunga marcia per sfuggire al fronte russo è ricostruita in modo accurato, con un’attenzione particolare ai costumi e all’immersione storica, avvalendosi spesso dei dialetti tipici delle regioni settentrionali. Il regista si sforza di catturare la terribile condizione in cui si trovavano i soldati italiani: assediati dall’avversario, in condizioni climatiche estreme e privi delle attrezzature necessarie per sopravvivere.
Oltre alla narrazione della ritirata, il film presenta diverse linee temporali che si alternano continuamente, confondendo gradualmente la linea di confine tra la realtà, il ricordo e il sogno. Gli Alpini, interpretati da Ugo Piva, Nicola Adobati, Sebastiano Bronzato, Simone Coppo, Giusto Cucchiarini e Stefano Zanelli, cercano disperatamente di trovare motivazioni per sopravvivere, aggrappandosi ai ricordi dei momenti felici del passato. Nei frequenti flashback, l’Italia patria appare come un luogo luminoso e caloroso, dove i loro affetti più cari attendono con ansia il loro ritorno dal fronte.
Tuttavia, non mancano scene che rievocano la campagna di Russia, dove emergono toccanti momenti di cameratismo, in cui i personaggi si raccontano l’un l’altro. In tutte queste sequenze, il canto popolare diventa un elemento ricorrente e fondamentale per creare un senso di unità e trasmettere gioia, anche in un contesto incerto e pieno di paura.
Tra le varie recensioni del film, positive e meno positive, ci ha colpito in particolar modo quella di un utente che su mymovies.it scrive:“Occorre coraggio nel raccontare il silenzio e l’interminabile attraversata nella neve a 40 gradi sottozero di questi giovani gettati a morire, perché l’istinto di chi guarda è voltarsi altrove e perseguire l’alibi di chi non vuol sapere”.